Giornata della memoria

La Giornata della Memoria, celebrata ogni 27 gennaio, segna un momento cruciale per riflettere sull’Olocausto e sull’immenso dolore inflitto a milioni di perseguitati, perché diversi. Questa ricorrenza, istituita dalla Legge 20 del luglio 2000 e resa mondiale il 1° novembre 2005 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non è solo una commemorazione, ma un invito a mantenere viva la memoria di eventi che non devono essere relegati nell’oblio. Il pericolo di una “monumentalizzazione” è reale: la memoria può svanire, riducendosi a un rituale vuoto se non alimentata da una riflessione profonda.
In un’epoca in cui i testimoni diretti dell’Olocausto sono sempre meno, il compito di trasmettere la memoria ricade su di noi. È essenziale che le nuove generazioni comprendano non solo i fatti, ma anche le emozioni, il dolore e le esperienze di chi ha vissuto quell’orrore. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (Primo Levi): questo è il principio che deve guidarci. La memoria non è solo un ricordo passivo, ma un’azione attiva che richiede riflessione, discussione e crescita.
Riteniamo importante, infatti, partire dalle scuole organizzando attività per il 27 gennaio. Dobbiamo impegnarci a preservare la memoria attraverso l’educazione, la letteratura e il dialogo in quanto l’Olocausto non è solo una questione storica, ma un monito per il presente. Oggi, analogie inquietanti emergono in contesti di conflitto, dove il linguaggio di odio e deumanizzazione riemerge. Questa giornata deve diventare un punto di riferimento per riconoscere e combattere ogni forma di intolleranza, discriminazione e violenza.